Antiche Anticòrie – Rodolfo – Rosangela – Salvatore – Gian Carla

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antiche anticorieIl titolo “Antiche Anticòrie” deriva da una licenza linguistica del detto dialettale “ndích ‘nd’còrj” che significa “le cose antiche degli antichi”, dal latino “antiqua antiquorum”.

Il testo, nelle sue trecento e più pagine vuole essere, per i giovani, una testimonianza del pensiero e dei sentimenti della vita comune di coloro che li hanno preceduti; per gli emigranti invece un ideale ritorno nei luoghi natii e l’occasione per alimentare una fiammella mai sopita, per poter tramandare ai  figli e ai nipoti la nostra storia. Per gli anziani è un ripercorrere le tappe della vita di cui sono stati protagonisti o semplici testimoni.

Gli autori si collocano con naturalezza nella nobile tradizione dei memorialisti di un linguaggio con forte colorito locale.

Il libro è frutto del lavoro corale di quattro persone legate fra loro oltre che da comuni interessi culturali, anche da vincoli di parentela, infatti Rodolfo Valente e Salvatore Trotta sono cugini, perciò le rispettive mogli Rosangela Di Venere e Gian Carla Brunelli hanno acquisito tale parentela.

Gli autori: DSCN2168

  • Rodolfo Valente nato e residente a San Paolo di Civitate ( FG) ha insegnato alcuni anni a San Donà di Piave (VE), a Cagnano sul Gargano, a Serracapriola. Successivamente si è trasferito in paese dove ha insegnato presso la scuola elementare “Mons. Mucedola”. Attualmente è in pensione e coltiva con particolare interesse  argomenti a carattere scientifico e socio-antropologico.
  • Salvatore Trotta nato a Foggia, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a San Paolo di Civitate. Ha interrotto gli studi classici per arruolarsi nell’Aeronautica Militare il che non gli ha impedito di riprendere gli studi e conseguire il diploma di abilitazione magistrale a Padova dove Attualmente, da pensionato si dedica all’approfondimento dei suoi interessi  poetici e culturali.
  • Rosangela Di Venere nata a Foggia è residente dalla nascita a San Paolo di Civitate (FG) dove ha insegnato presso la scuola elementare “Mons. Mucedola”. Nei primi anni della sua carriera ha insegnato a Carpino sul Gargano. È un’appassionata amante della cultura e delle antiche tradizioni popolari del proprio paese.
  • Gian Carla Brunelli nata a Mantova dove ha trascorso la primissima infanzia, poi si è trasferita a Padova dove risiede tuttora. Insegnante elementare in pensione, fra i suoi molti interessi spiccano quelli a carattere scientifico. Si dedica inoltre al volontariato assieme al marito Salvatore.

Scopo di questo lavoro

Il libro non ha alcuna pretesa d’insegnare il dialetto sanpaolese, mira piuttosto a suscitare nuovo interesse per il passato dei nostri padri attraverso la conservazione del “linguaggio” quale espressione del pensiero dal quale emerge la civiltà di un popolo nella sua interezza: le occupazioni principali della gente i rapporti interpersonali, i giochi dei bambini, le filastrocche, i pittoreschi modi dire, i coloriti soprannomi, le parole antiche o poco usate e infine i verbi. Tutto ciò dà un ritratto del nostro paese guardandolo da un punto di vista meno usuale ma senz’altro più veritiero ed accattivante. Anche se le tradizioni e il linguaggio cambiano col passare del tempo è pur sempre utile ricordare le nostre origini per sapere come erano, come vivevano, come pensavano e parlavano i nostri padri.

Pillole dal libro: ecco alcuni esempi dei vari argomenti trattati.

-soprannomi  “A repubbl’ch       “ (la repubblica)

-modi di dire “R’tir’t rill ca r’stocc è mbuchèt”(ritirati grillo che le stoppie sono in fiamme” cioè “è inutile che vai avanti”).

-proverbi “A cér c’ squagghj e a pr’c’ssión ‘ncamín”( il cero si consuma e la processione non va avanti,  cioè “ affrettati”)

-bestiario sanpaolese “U chèn  ‘ndréj Jalass” (il cane di Andrea Galasso) dicesi di persona che non trova ricetto.

-indovinelli “  Chi u fa, u vò vènn

chi ciù catt nni sèrv

chi c’ sèrv nnù véd

“chi lo fa, lo vuole vendere,/  chi lo compra non lo utilizza, chi lo utilizza non lo vede. Che cos’è???

Qualche purista arriccerà il naso per come sono state scritte le parole dialettali, ma lo scopo degli autori è quello di scrivere come si pronunciano in modo da rendere più immediata la loro comprensione. Il libro ha un esclusivo scopo divulgativo ed è rivolto a tutti senza distinzione di livelli culturali.

Gli autori rivolgono la loro gratitudine a tutti coloro che dedicheranno parte del loro tempo alla lettura di questo libro. Sperano di aver generato in loro una curiosità  tale da desiderare ulteriori ampliamenti ed approfondimenti.

L’acc: sedano. Dal latino “apium”  Acc  salvagg: sedano selvatico: apium graveolens

Cazz  mmalèt  dolcetti originari dell’Abruzzo a forma di cappi  guarniti col miele, onde il nome di ‘cappi mielati’, storpiato nel nostro dialetto. Nella nostra zona, invece del miele si usava e si usa il mosto cotto e la pasta a forma di cappio è stata sostituita dalla pasta riccia o dalle pappardelle.

 

Cazzarèll: asfodelo (Asfodelus vulgaris) Pianta selvatica che cresce lungo i  fossi e  in zone incolte che arde velocemente senza scaldare. La sua ampia diffusione in un luogo, è indice di degrado dell’ambiente. (I suoi organi sotterranei non risentono dell’azione del fuoco che spesso viene appiccato per rinnovare i pascoli).

Tragn : secchio. Deriva dall’albanese antico; il termine è rimasto inalterato nella pronuncia e lo troviamo soltanto nei paesi di origine albanese o in enclavi dove è parlato ancora l’Albanese antico.

Zóc: fune  (dallo spagnolo ‘soca’)

  Giochi

A   bbr’jant e carbunér Briganti e carabinieri . Evidente in questo gioco, l’influenza lasciata dal brigantaggio. Altrove infatti si giocava a guardie e ladri.

 

     Scioglingua

Sott a nu pér p’razz / stév nu mél, nu cùgn, e nu càcchj / lív u càcchj e mìtt u cùgn / pér p’razz e méla ch’tùgn.

Sotto un pero selvatico / c’era una mela, una zeppa e un grappolo /togli il grappolo e metti la zeppa / pero selvatico e mela cotogna)

 

         Malanni e malattie

-A pall ‘o stòmm’ch (ernia iatale)

– U  m’gghjèt (eritema dovuto a sudorazione eccessiva

 

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