Dissesto Finanziario del Comune – Intervento del Consigliere Piero Michillo già vice Sindaco

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Questa sera non intendo parlare di numeri, ne sono stati dati tanti in questi giorni, a proposito e anche a sproposito. Lasciamoli valutare serenamente ai tecnici che ne hanno le competenze e concentriamoci su aspetti prevalentemente politici che devono suscitare una profonda riflessione su questo tema estremamente delicato, su ciò che si è fatto, su cosa si poteva fare e su quello che non è stato fatto.

Perché vedete, questa sera mi coglie un contrastato sentimento di rabbia e di amarezza nell’affrontare l’argomento iscritto all’ordine del giorno.

Perché mai avrei voluto che si giungesse a dover dichiarare il dissesto finanziario del nostro Comune.

Sono amareggiato per non essere riuscito ad evitare l’espressione di voto odierna, sia per l’attività svolta quale Consigliere Comunale di opposizione, sia per quella, brevemente svolta, di Assessore  e Vice Sindaco della nostra comunità.

Durante i cinque anni in cui ho svolto l’attività di consigliere di minoranza, ho a più riprese invitato la maggioranza ad un attenta gestione attraverso una opposizione costruttiva,  dispensando più volte consigli e pareri che con non sono mai stati ascoltati.  Probabilmente  perché la mia è stata sempre considerata una “voce fuori dal coro”.

Tutti i miei inviti a porre una maggiore attenzione e prudenza nella gestione economica e finanziaria comunale sono stati sempre sdegnosamente respinti, in tutti questi anni la precedente maggioranza mi ha continuamente accusato, senza mai smentirmi, di essere un “untore”, come direbbe Alessandro Manzoni, di false informazioni inerenti le pessime condizioni di salute del bilancio e delle casse comunali.

Sono stato schernito, ostacolato e addirittura ingiuriato, fino a essere definito addirittura un terrorista. Affermazioni che si possono perdonare ma sicuramente non si possono dimenticare.

Tuttavia, a scanso di equivoci, intendo chiarire che non serbo rancore nei confronti di nessuno. Credetemi, pur di scongiurare questo disastro, questa sera avrei voluto ammettere in questa sede di essermi sbagliato, di aver detto per tanto tempo delle inesattezze ma, purtroppo, la realtà è questa.

Ciò che ho sempre temuto, oggi, purtroppo, è diventata realtà. Un’amara e triste realtà che fa piombare il nostro paese in un baratro, che ne macchia l’immagine e che costerà ulteriori sacrifici futuri a noi cittadini .

Chi mi ha osteggiato in questi anni mi dovrebbe quantomeno delle scuse, sarebbe un gesto assai nobile e io sono persona che sa apprezzare le persone che si comportano da galantuomini, ma  sono quasi certo che quelle scuse non arriveranno mai. Non importa.

Potrei dire questa sera “ve l’avevo detto”, potrei prendermi qualche soddisfazione e magari attaccare chi mi ha attaccato in tutti questi anni, ma non lo farò perché di fronte ad una sciagura del genere sarebbe inutile oltre che del tutto fuori luogo.

Cari colleghi Consiglieri, sono stato sempre cosciente e consapevole che la situazione finanziaria dell’Ente era sull’orlo del collasso finanziario, così come ero conscio che il piano di rientro adottato ed approvato all’epoca in quel Consiglio Comunale era inidoneo al ripristini degli obbligatori equilibri di bilancio.

La mia partecipazione e tutti i miei interventi nelle varie sedute di Consiglio Comunale, tracciabili in tutte le deliberazioni, ne sono la piena testimonianza. Vi invito a leggere o a rileggere la Delibera Cons. n. 14 del 18.06.2013 con la quale la maggioranza approvava il piano triennale di rientro. Il sottoscritto e l’allora Consigliere di minoranza Vincenzo Tosiani, dopo un’analisi lucida e oggettiva, avevamo invitato l’allora maggioranza a rivedere quel piano che avevamo ritenuto inidoneo, inconsistente oltre che viziato da una serie d’illegittimità. In quell’atto, tre anni fa, avevamo previsto ciò che poi sarebbe realmente avvenuto. Ma anche in quella circostanza fummo del tutto ignorati. Possibile che nessuno all’epoca si sia chiesto se ciò che noi consiglieri di minoranza  dicevamo  e  inserivamo nelle delibere corrispondesse a verità? Possibile che  a nessuno sia venuto in mente di chiedere un riscontro a qualche professionista di fiducia?

Noi non eravamo d’accordo su quel piano rientro poiché la maggioranza lo fondava sulle  maggiori entrate di parte corrente, ovvero la politica della scelta sicura: faccio pagare più tasse ed imposte con l’intento di ripristinare gli equilibri di bilancio.

Non poteva essere così, poiché la spesa per il funzionamento dell’Ente si era talmente irrigidita  che le entrate che dovevano soddisfare il piano di rientro a malapena potevano assicurare il funzionamento dell’Ente nella sola gestione ordinaria, senza alcuna possibilità di lasciare spazio alla programmazione e alla pianificazione amministativa.

Falsamente si era pensato che il ricorso al mutuo relativo D.L. n. 35, il cosiddetto decreto “Salva Enti”, avesse risolto tutti i problemi senza riflettere che i 2.700.000 euro assunti attraverso la Cassa Depositi e Prestiti non era altro che la contrazione di un debito finalizzato a schiacciare  altri debiti.

Nessuno considerava e si accorgeva che il dissesto finanziario era, a tutti gli effetti, già presente nei conti e nelle scelte dagli anni in cui la massa debitoria sforava il 100% delle entrate correnti.

E  proprio  allora,  in  quel  momento  specifico  che  sussistevano  tutte  le  condizioni  per  la dichiarazione del dissesto.

Probabilmente, proprio a seguito della contrazione di quel mutuo, la Corte dei Conti concesse una ulteriore chance alla precedente amministrazione e, seppur con alcumi ammonimenti, approvò il loro piano di rientro.

Quella sera, nel corso di quel Consiglio Comunale, come si può chiaramente evincere dalla Delib. Di Consiglio n. 29 del 30.11.2013, ancora una volta armato di grande pazienza, indirizzai a mia volta un monito alla maggioranza, che vi riporto testualmente: “ Sindaco, Sigg.ri Assessori, Colleghi Consiglieri, vedete, la Corte dei Conti vi ha dimostrato una grande indulgenza nell’accordarvi un’ulteriore possibilità di risanare il bilancio del nostro comune. E di questo, noi Consiglieri di minoranza, siamo i primi ad esserne lieti. Ma invitiamo tutta la maggioranza a non sprecare  quest’ulteriore  opportunità  che   vi  viene concessa.  Può  essere  l’occasione giusta per rimediare agli errori commessi nel passato. Trovo, pertanto, del tutto fuori luogo qualsiasi manifestazione di baldanza da parte di chiunque. Perché, vedete, nel leggere attentamente la pronuncia della Corte dei Conti, si evince che non siete stati assolti e tantomeno graziati, vi è stata semplicemente concessa un’ulteriore possibilità condizionata ai risultati che otterrete nei prossimi mesi. Anche se, devo purtroppo rilevare, che l’approvazione di questo bilancio di previsione, così com’è stato predisposto, non incoraggia molto. Anche a un lettore poco attento, non può sfuggire che tutti i rilievi, in ordine ad una serie illegittimità precedenti, sono stati riconfermati, pari pari, all’interno dell’ultima pronuncia. Pronuncia che, voglio sottolineare ancora una volta, va rispettata e scrupolosamente osservata”.

Purtroppo, anche quel suggerimento, pronunciato più da cittadino che da Consigliere Comunale, venne totalmente ignorato. Dopo quel mutuo e l’approvazione del piano triennale di rientro da parte della CdC si è disinvoltamente continuato a perpetuare una pessima gestione delle risorse del’Ente.

Cos’altro avremmo potuto fare noi della minoranza? Come potevamo far comprendere che senza un’inversione di tendenza si sarebbe giunti inevitabilmente al disastro che questa sera siamo chiamati ad avallare?

Se poi si aggiunge un’errata politica nella gestione del territorio (basti pensare ai mancati introiti derivanti da possibili insediamenti di alcuni impianti per la produzione di energia alternativa, prima NO e poi magicamente SI, ma solo per motivi di bilancio) che non hanno prodotto alcun beneficio per le casse comunali, così come una pessima gestione delle entrate tributarie che rimane, come ho già avuto modo di asserire in qualche altra circostanza, un vero cancro nell’economia di questo Comune. Se poi si aggiunge la perenne anticipazione di cassa e l’utilizzazione di fondi vincolati non ricostituiti, questi sono stati i capisaldi del fallimento che oggi piomba come un macigno sulla testa di tutti noi cittadini.

Durante la mia attività, sia pure breve, di Vice Sindaco e di Assessore al Bilancio, ancor più consapevole  della  gravissima  situazione,  non  ho lesinato  di  profondere  energie  ed idee per tentare un’impresa quasi impossibile. Appena insediati e fatta un’attenta ricognizione economica e finanziaria, ho letto un grande sconcerto negli occhi dei componenti della nuova maggioranza, eravamo tutti responsabilmente preoccupati dalla situazione che avevamo ereditato. C’era chi si domandava cosa fare, chi voleva richiedere immediatamente il dissesto, alla fine è prevalso il coraggio e il senso di responsabilità. Eravamo stati appena eletti, i cittadini di san  Paolo ci avevano accordato la loro fiducia e avevamo il dovere, politico e morale, di PROVARCI. Purtroppo, nonostante gli ottimi risultati conseguiti, non siamo riusciti nell’impresa. Quando si è fatta contezza di quanto avvolgeva il bilancio si è tentato in tutti i modi di correre ai riparti ma  per la Corte dei Conti era scaduto il periodo concesso in precedenza e quindi l’Ente aveva consumato tutto il tempo a disposizione per il ripristino sia dell’anticipazione di cassa sia degli equilibri di bilancio.

Tuttavia, per chi volesse capire cosa siamo stati capaci di fare e intende giudicare il lavoro svolto nel corso di un solo anno, lo invito a leggere la nota inviata alla Corte dei Conti in data 28.09.2016 a firma del Sindaco. Per me rappresenta un documento speciale che mi ripaga di mille sacrifici, quella nota è scritta con il sudore mio e delle persone che mi hanno aiutato. Sono, pertanto, orgoglioso di aver lavorato e contribuito a migliorare notevolmente la situazione del mio Comune.

Avrei voluto leggere questo documento nel corso dello scorso Consiglio Comunale ma il  Presidente del Consiglio, purtroppo, non me ne ha dato la possibilità. E’ un documento pubblico  e, pertanto, accessibile a tutti coloro interessati ad approfondire l’argomento.

Da domani, se non è già iniziata, inizierà la corsa ricercare i colpevoli, ad addebitarsi l’un l’altro  le responsabilità a ricercare alibi e giustificazioni.

Sia chiaro, io non intendo partecipare in alcun modo a questa competizione, a meno che non ne  sia costretto. Perché tutto ciò m’interessa relativamente, non mi compete e lascio volentieri svolgere questa gara a chi ne ha voglia e tempo per farlo.

In questi anni mi sono limitato a svolgere unicamente il mio dovere, da Consigliere Comunale di minoranza per 5 anni e un anno da Vice Sindaco e Assessore al Bilancio. Mi sono sforzato di svolgere al meglio entrambi i ruoli che sono stati direttamente correlati tra loro attraverso un unico filo conduttore: quello della COERENZA.

Sono sereno e, soprattutto orgoglioso che, quantunque non si sia raggiunto l’obiettivo sperato e agognato, il Commissario liquidatore troverà una situazione migliore di quella che ho trovato io al mio arrivo.

Peraltro, la stessa Corte dei Conti riconosce “tutti gli sforzi fatti dalla nuova Amministrazione” ma, purtroppo, li giudica ha decretato che siamo giunti fuori tempo massimo.

Colleghi Consiglieri, il dissesto finanziario è un atto dovuto, purtroppo non è una scelta discrezionale, ma non lo accetto perché se da un lato la normativa si fonda sul principio della continuità dei valori, dall’altro il mio animo vuole vivere la situazione corrente, attraverso la mia intenzione di lasciare alle mie spalle sia il passato che le sue vicende.

Colleghi Consiglieri, lo affermo senza alcuna presunzione, se si fosse inteso “anno zero” il 2016, da dove poter partire per un nuovo ripiano, sono convinto che attraverso le azioni già avviate, con la metodologia di lavoro già utilizzata e ormai consolidata, questa partita si sarebbe potuta vincere. Purtroppo l’arbitro ha decretato la fine ed io che non mi sento tutt’altro che perdente, mi vedo costretto, ancora una volta per coerenza, ad astenermi dal voto.

Non sono d’accordo che si debba dichiarare il dissesto finanziario di questo Comune con 9 parametri deficitari positivi su 10. Rispetto profondamente la decisione della Corte dei Conti ma non la condivido.

Mi astengo non per una mancata assunzione di responsabilità, ma per convincimento che se fosse stato concesso un terzo tempo, oltre quello scaduto, si sarebbe potuto evitare un disastro che non condivido ma che non mi condizionerà nel continuare ad offrire il mio contributo politico e amministrativo al mio paese.

Pietro Minchillo

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